Un originale edificio
Il Santuario eretto sopra un colle coltivato a
vite, è in posizione tale da essere visto da ogni punto del centro della Valle.
Ha una struttura non usuale per la zona,
costituita da un’aula voltata a botte, sul lato nord della quale si innestano volumi di epoca posteriore e di impostazione
stilistica differente; il tutto risolto esternamente in un insieme complesso ma
compatto.
Si tende dunque a distinguere nell’architettura
del santuario due strutture distinte ed attribuibili a due differenti
personalità artistiche, nonostante non siano stati tramandati né il nome del
progettista iniziale, né di altri a lui successivi.
La parte architettonicamente
più interessante è quella posta a sud, cioè quella che
comprende la facciata e si estende fino alla cupola.
Non è stato possibile, come si è detto, conoscere
finora chi abbia concepito una costruzione tanto imponente che ha i tratti di
un solido palazzo signorile, quasi di un castello residenziale, come è dato di incontrare nelle regioni transalpine.
L’architetto, da ricercare senz’altro in ambiente colto fors’anche
fuori dai confini d’Italia, volle conferire al
singolare tempio mariano la grandiosità di una costruzione che doveva essere
una specie di grande teca in muratura, un grande scrigno sfarzoso, ben visibile
anche da lontano, a custodia e protezione di un altro edificio in essa
contenuto: la Santa Casa di Nazareth.
Di quest’ultimo piccolo edificio a pianta rettangolare, eretto sotto la cupola, fu benedetta la prima pietra nel 1701 dall’arciprete di Tresivio Ignazio Lazzaroni. Esso riproduce la Santa Casa di Loreto, dalla quale - si racconta - gli angeli avrebbero portato un mattone.