garlasco6.jpg (40337 byte)Imponente la facciata della fine del 1800, composta da terrazza e loggiato, ornati con balaustrate in cotto sulle quali troneggiano eleganti statue di uguale materiale, raffiguranti la Madonna della Bozzola con ai lati S. Gioacchino e S. Anna, gli apostoli Pietro e Paolo, gli Angeli. Tutta questa mole appoggia su un'ampia gradinata che dal pronao immette nella piazza sottostante.

L'interno a croce greca è di grande effetto scenografico nel presbiterio, dove si eleva maestoso l'altare maggiore della II metà del 1700, sul quale appoggia l'ancona pregevole di stile barocco, tendente al classico, datata 1639, che racchiude l'antica immagine della Madonna miracolosa, dipinta sul muro della cappella primitiva.

Al centro la grande cupola ottagonale rappresenta negli spicchi affrescati episodi della vita di Maria Santissima, e nei pennacchi i quattro evangelisti. Il soffitto è costituito da volte a botte, finemente decorate. A destra dell'ingresso centrale un affresco con "l'Annunciazione a Maria" di G.B. Garberini (1819-1896) noto pittore vigevanese. A sinistra "Gesù nell'orto degli Ulivi" affresco di F. Moruzzi (1858-1916) pittore locale. Sopra la porta d'entrata di sinistra un quadro raffigurante la sepoltura di Cristo, pregevole tela del 1700.

Tre piccole tele del 1400, provenienti dall'antica chiesa, sono poste ai lati dell'altare e nel timpano dell'ancona e rappresentano rispettivamente a destra lo sposalizio, a sinistra la presentazione al tempio e in alto la nascita della Vergine. Nell'abside, nel cui catino sono dipinte schiere di Angeli, si venera la statua processionale della Madonna della Bozzola.

Di particolare pregio storico ed artistico l'affresco originario della Vergine Santa, posto al centro dell'ancona sull'altare maggiore. Il volto della Madonna è ovale, gli occhi grandi e misericordiosi. Il volto del Bambino è ingenuo e grazioso; i capelli ricciuti e la mano destra benedicente. L'immagine sacra fu più volte ritoccata e ridipinta con colori sovrapposti. Soltanto nel 1983 si arrivò al restauro condotto da A. Mandelli di Bergamo, che ridonò all'affresco il suo originario aspetto.

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