TERZA CAPPELLA - LA NATIVITÀvarese17.jpg (47820 byte)

III MISTERO DEL GAUDIO CRISTIANO  ..."Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo"... (Luca 2, 3-7)


La costruzione è addossata al monte ed è orientata a mezzogiorno; presenta linee architettoniche pure: ha pianta a forma di ellisse e presenta un pronao rettangolare. Il portico, composto da quattro pilastri, forma un ampio arco frontale sormontato da un timpano. In alto fra i pilastri due nicchie nelle quali sono le statue in vivo di San Giovanni Battista a sinistra e di San Luca a destra. Sulla sommità del tetto, al centro, c'è una lanterna con cupolino ricoperto da rame. Sul lato sinistro della Cappella si allunga una parete sulla quale il pittore contemporaneo Renato Guttuso nell'autunno del 1983 ha interpretato, con un murale acrilico, "La fuga in Egitto", segno di speranza di pace.

Si guarda l'interno della Cappella attraverso le finestre ornate di inferiate con borchie in bronzo tornito. Le statue in terra cotta dipinta raffigurano il presepio: al centro vi è il Bambino Gesù posto sulla mangiatoia; dietro il bue e l'asino; a destra la Madonna e S. Giuseppe, tre musicanti; a sinistra c'è il gruppo dei pastori e un piccolo cane. Le pareti presentano otto affreschi (terminati nel 1658), quattro dei quali raffigurano l'adorazione dei Magi, l'annuncio dell'Angelo a Giuseppe, la partenza per l'Egitto e la strage degli Innocenti e sono attribuiti a Carlo Francesco Panfilo Nuvolone. Il quinto affresco, dietro la capanna, raffigura l'annuncio ai pastori; gli altri tre raffigurano Angeli. La cupola, affrescata da anonimo, è adorna di angeli musicanti.

S.S. Giovanni Paolo II ha sostato in preghiera in questa cappella durante la sua visita al Sacro Monte.

Lavori: 1605(?) - 1623 (parte architettonica) - 1658 (affreschi).varese16.jpg (56829 byte)

Progetto e direzione dei lavori: architetto Giuseppe Bernascone.

Iscrizione sul timpano: "Et pannis eum involvit et reclinavit eum in praesepio", ossia: "Lo avvolse in panni e lo posò nella mangiatoia".

Sculture: 26 statue in terra cotta dipinta attribuite a Cristoforo Prestinari, a Sala o a Silva (a seguito del recente restauro). S. Giovanni (all'esterno) è del M. Retti; S. Luca è attribuito a V. Sala.

Pitture: di Andrea Villa per la parte architettonica decorativa; di Carlo Francesco Panfilo Nuvolone per la parte figurativa; di Renato Guttuso per il murale esterno.

Da osservare: la cappella è stata completamente restaurata: sono stati messi in luce, tra l'altro, i colori originali delle statue e la particolarità del pavimento: in cotto e "a rizzada" nella parte della "capanna". E' stata inaugurata il 25 marzo 1983. Il restauro ‚ stato finanziato dalla Banca Popolare di Luino e di Varese.

IL MURALE DI GUTTUSO ALLA III CAPPELLA

Il 26 novembre 1983, sabato, avvenne l'inaugurazione della pittura murale, di notevolissimo valore, del pittore contemporaneo Renato Guttuso, suo dono alla città nella quale vive e lavora da oltre venti anni. Il murale si trova sulla parete a fianco della terza Cappella dove l'affresco del Nuvolone del XVII secolo, restaurato più volte e in tempi diversi, era completamente andato perduto.

Il pittore Guttuso, al quale fu conferita nello stesso giorno la cittadinanza onoraria di Varese da parte del Sindaco, era presente all'inaugurazione con il suo collaboratore Amedeo Brogli. Il murale, di circa trenta metri quadrati di superficie e realizzato con colori acrilici, è stato eseguito davanti alla gente e con la gente ed è visibile dal primo arco della Via Sacra.

Il murale è tutto da vedere, da ammirare e da capire: attira, affascina e fa meditare. Raffigura la "Fuga in Egitto", tema sacro che l'artista ha rappresentato in rispetto al Vangelo, ma nel quale ha profuso tutta l'allegoria della fuga che richiama fatti drammatici umani del passato e del presente. Vi si legge il dramma dell'uomo che, in ogni tempo e sotto ogni cielo, è costretto ad abbandonare il suo paese.

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