DODICESIMA CAPPELLA - L'ASCENSIONE
II MISTERO DELLA GLORIA CRISTIANA ..."Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio"... (Luca 24, 50-53)
La dodicesima cappella, come la quarta, è situata in un'incantevole posizione, a perno lungo il crinale del Monte. Il viale svolta a sinistra e consente di ammirare un ampio panorama sulla pianura. La costruzione, a forma ellittica, che all'interno appare un ottagono schiacciato, presenta un pronao rettangolare lungo la facciata ed un porticato, pure ellittico, che risulta non collegato al pronao principale.
Il corpo della cappella si alza robusto, scandito da inquadrature e rimarcato dal cornicione e termina con una lanterna cieca. La cappella fu sovvenzionata per intero dai nobili Gio Pietro e Gio Antonio Carcano, rispettivamente zio e nipote erede. Sul timpano spicca il loro stemma, mentre le statue in pietra dei santi onomastici degli offerenti, S. Pietro a sinistra e S. Antonio a destra, sono collocate nelle nicchie dei pilastri.
L'interno, sempre da osservare attraverso
l'inferriata, raffigura il Monte Oliveto. Le statue sono collocate parte in terra, in
numero di quindici, e parte sulle pareti: il Cristo, con raggiera in legno; angeli (4),
angiolotti (13) e testine (33) di cherubini: le testine sono in altorilievo. Gli Apostoli,
la Vergine Maria e le Pie Donne guardano, come in estasi, Gesù che ascende glorioso tra
angeli festanti. Gli affreschi, originari non esistono quasi più, tranne che al vertice
della cupola e raffigurano paesaggi ed angeli in volo. La cappella è stata munita di
parafulmine durante i lavori di restauro.
Lavori: iniziati nel 1624. .
Progetto e direzione dei lavori: architetto Giuseppe Bernascone.
Iscrizioni: sotto lo stemma era scritto il tema della cappella, i nomi ed il cognome degli offerenti. Oggi della scritta non esiste traccia: Costantino Del Frate, senza dubbio, lesse l'iscrizione negli anni '20.
Sculture: modellate da Silva che le eseguì nel 1632, sono in terracotta dipinta a freddo. Di anonimo le esterne, dei Santi Pietro e Antonio.
Pitture: erano dei Fratelli Gio Francesco e Gio Batta Lampugnani.
Da osservare: il panorama verso la pianura; le statue di Gesù e della Vergine Madre (notare anche la mani); i ferri battuti del XVII secolo.
I restauri, finanziati totalmente dalla Siome grandi impianti s.p.a. di Malnate, sono stati inaugurati il 24 giugno 1989.