DECIMA CAPPELLA - LA CROCIFISSIONEvarese40.jpg (84336 byte)

V MISTERO DEL DOLORE CRISTIANO..."Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei".Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua Madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala"...(Giovanni 19, 16-19 e 25)


La decima cappella esprime il mistero più alto della fede: la morte di Gesù. Contiene il numero maggiore di statue ed è anche la più ampia per superficie. Sorge al termine di un'alta salita del vialone che poi piega a destra.

La costruzione, a schema quadrato, ha un pronao rettangolare largo quanto la facciata. Nella parte superiore il corpo della Cappella, nel suo insieme semplice, attraverso soluzioni architettoniche è stato modificato per costituire una volta. Ai lati dell'iscrizione del pronao sono dipinti i profeti Isaia a destra ed Abacuc a sinistra. Si accede al pronao attraverso una gradinata.

Sulla volta del cupolino sono raffigurati angeli con i simboli della Passione di Gesù. Da tre ampie finestre, protette da inferriate, si osserva l'interno che offre una scena drammatica. Il pavimento raffigura la vetta del Golgota e l'interno mostra la scena della Crocifissione. Al centro Cristo viene alzato sulla Croce, in mezzo ad una numerosa folla; si distinguono soldati a piedi ed a cavallo; lance, spade, bandiere ed insegne romane compaiono ovunque. In un lato carnefici stanno assicurando sulla croce i due ladroni: tre soldati giocano ai dadi la veste di Cristo. La Vergine, dalla stupenda espressione di Madre sofferente, è sorretta da due pie donne. Le statue sono disposte a gruppi per cui l'effetto è immediato ed incisivo. Gli affreschi delle pareti prolungano la scena della Crocifissione. Il restauro ha restituito la primitiva bellezza di una parte degli affreschi del 1600.

varese39.jpg (37861 byte)Lavori: non conosciuta la data di inizio; terminati nel 1623.

Progetto e direzione dei lavori: architetto Giuseppe Bernascone.

Iscrizione sul pronao: "O Vos omnes qui transitis per viam attendite et videte si est dolor sicut dolor meis", ossia "O voi tutti che passate per la via, soffermatevi e vedete se esiste un dolore simile al Mio".

Sculture: di Dionigi Bussola metà del XVII secolo (50 statue di terracotta dipinta); l'artista nel 1670 era Preside degli scultori dell'Accademia Ambrosiana.

Pitture: di Antonio Busca (firmò gli affreschi nel 1668).

Da osservare: le statue (il vecchietto accanto alla croce è raffigurato in costume lombardo dell'epoca); gli affreschi; le inferriate.

Il restauro, con il totale contributo del Credito Artigiano, è stato inaugurato il 25 marzo 1985.