INTRODUZIONE  ALLA "VIA SACRA DEL ROSARIO"

varese58.jpg (23763 byte)Data storica il 2 novembre 1984 per il Sacro Monte: è l'evento storico più rilevante poiché lo inserisce nella storia universale della Chiesa. Il 2 novembre 1984 Sua Santità Giovanni Paolo II, il pellegrino più illustre, salì il Sacro Monte inserendo Varese nel suo pellegrinaggio ai luoghi dove visse ed operò S. Carlo Borromeo in occasione del IV Centenario della sua morte, li Papa percorse il vialone recitando il santo Rosario e tante persone, radunate lungo la Via Sacra, ebbero la gioia di pregare con Lui.

Tale avvenimento è il primo nella storia secolare del Sacro Monte di Varese. A memoria di così eccezionale, ambita e gradita visita è stata posta in Santuario una lapide, di circa due metri in altezza ed uno in larghezza.

IL PROGETTO DELLE CAPPELLE

Innumerevoli sono stati i pellegrini che nel corso dei secoli hanno percorso il vialone delle Cappelle per raggiungere la Basilica-Santuario. Senza dubbio tutti sono stati spinti dalla devozione, dalla fede e dalla speranza cristiana.Anche oggi molte persone, animate dagli stessi sentimenti, salgono il Monte percorrendo "la Via Sacra del Rosario" e raggiungono il Santuario percorrendo il vialone delle Cappelle perché possano seguire e meditare i misteri del Santo Rosario di cui la Basilica Santuario rappresenta il quindicesimo mistero. All'inizio dell'erta c'è la chiesetta dell'Immacolata. A poca distanza da questa s'innalza il primo arco che introduce alla Via Sacra dei misteri del S. Rosario. Due archi successivi dividono il vialone in tre parti: nella prima si contemplano i misteri gaudiosi, nella seconda i misteri dolorosi, nella terza i misteri gloriosi. Accanto ad ogni arco una fontana offre acqua fresca ai pellegrini. Le Cappelle e gli Archi furono progettati dall'architetto Bernascone.

Le Cappelle hanno l'aspetto di tempietti. Ognuna ha un corpo centrale di diversa forma e volume; quasi sempre esso è preceduto da un portico sostenuto da pilastri o da colonne. Talvolta il portico gira attorno alla costruzione centrale per consentire di ammirare il panorama circostante particolarmente interessante. Sopra il portico si alza un frontone e, quasi in tutte, un timpano con iscritto il Mistero rappresentato nella Cappella. Alcune Cappelle terminano a cupola e la luce vi penetra attraverso le finestre aperte nella lanterna sovrastante sormontata da una croce. Ogni Cappella presenta una scalinata d'accesso. L'interno delle Cappelle si osserva attraverso le grate di pregevole fattura in ferro battuto delle finestre; in ognuna il Mistero è rappresentato da statue, mentre gli affreschi completano la scena. Le Cappelle, nel loro insieme, denotano l'unità del progetto e, secondo autorevoli critici d'arte, un complesso importante e significativo del 1600 lombardo.

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La costruzione

L'inizio dei lavori fu privilegio del popolo di Malnate in quanto il 21 novembre 1604 dopo la predica di padre Aguggiari, alcuni uomini gli dissero: "Padre, siccome siamo stati i primi nel fare l'oblazione, così vogliamo essere ancora i primi nel dar principio all'opera manualmente: però, stabilito che avrete d'incominciare, noi vi daremo cinquanta uomini pagati per lavorare". Il Padre, sentita la proposta, rispose: "Dimani daremo principio". Il 22 novembre 1604, lunedì, infatti, i malnatesi iniziavano i lavori di sbancamento per predisporre il piazzale del futuro vialone con lo scopo di poter ordinare le processioni. L'Adamollo nella sua cronaca annota che "in dicembre s'è cominciato a far le piazze per far le Cappelle" (1604). Nel mese di giugno del 1605 annota: "... si va facendo la rizzada del Monte di Santa Maria".

varese4.jpg (44544 byte)Il 25 marzo dello stesso anno "ad ore ventitré" si poneva la prima pietra della Cappella dell'Annunciazione, iniziando così la costruzione delle Cappelle. Queste, per la parte edilizia, erano quasi tutte finite nel 1618; mentre i lavori di decorazione e la posa delle statue impegneranno quasi tutto il secolo. A mano a mano che i lavori procedevano, aumentava il fervore e l'interesse delle popolazioni che, a ritmo continuo, portavano offerte per la "Fabbrica del S. Rosario".

Anche illustri personaggi concorsero individualmente alla "Fabbrica" donando somme ingenti. Nobili donne si incaricarono di raccogliere elemosine nelle loro città di residenza, come la marchesa Paravicini di Como, la marchesa di Marignano, la signora Triulzia di Melzo; le nobili famiglie offerenti in proprio come il conte e la contessa D'Adda in Settimo, i nobili Bianchi di Velate, i fratelli Francesco e Gerolamo Litta di Biumo, i nobili Pietro e Antonio Carcano, i nobili Omodeo. Degne di ricordo sono le offerte popolari di Varese la cui processione al Sacro Monte fu guidata da S.E. il cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano, di Gallarate, di Busto Arsizio, di Caronno, di Somma Lombardo, di Biumo Inferiore, di Romagnano, di Carnago, di Azzate e di Lugano.

L'opera fu assai costosa: si calcola abbia superato il milione di lire di quei tempi; la maggior parte della somma fu il contributo di persone modeste, se non addirittura povere. Le quattordici Cappelle non sorsero in ordine progressivo e cronologico, per i numerosi eventi, documentati, che o accelerarono o ritardarono i lavori. Tutto ciò che rientrava nella costruzione delle Cappelle passava attraverso l'architetto Bernascone che progettò, oltre le Cappelle e i tre archi, anche le inferriate ed i particolari di ogni tempietto. Il complesso architettonico del Sacro Monte è frutto del suo ingegno. Egli era presente in luogo e seguiva di persona i lavori.

Nei 1606, con lavori costosi e difficoltosi data l'asprezza dei luoghi, si portò l'acqua sgorgante sotto il Monte Tre Croci, al Monastero, al paese ed a tre fontane costruite ad ogni arco lungo il percorso delle Cappelle, a ristoro dei pellegrini. I materiali per la costruzione delle Cappelle furono, per la maggior parte, ricavati dalle cave del posto; le colonne e le balaustre furono portate quasi tutte dalle cave di Viggiù e Saltrio; i mattoni furono prodotti nelle fornaci esistenti nella Valle dell'Olona.

Artisti, pittori, scultori, modellatori

Noti artisti, scultori e modellatori, quali Dionigi, Bussola, Silva e Prestinari cominciarono a preparare le statue in creta da collocare nelle Cappelle. Altri artisti, pittori, lavorarono nella "Fabbrica": si citano Antonio Busca, milanese; Paolo Ghianda, comasco; Carlo Francesco Panfilo, figlio di Nuvolone; Giovanni Ghisolfi; Andrea Villa; Bartolomeo Ghiandone da Oleggio; Francesco Mazzucchelli da Morazzone; Giovanni Battista e Giovanni Paolo Recchi da Como; Carlo Zavattone; Stefano Maria Legnani, milanese; Isidoro Bianchi, da Campione; Giovanni Francesco e Giovanni Battista Legnani; Federico Bianchi da Masnago; Girolamo Giovanni Battista Grandi da Varese; Gilardi Pietro; Giovanni Battista Sassi; Salvatore Bianchi da Velate; i fratelli Lampugnani da Legnano.

Molte altre persone di cui non si conoscono i nomi, lavorarono nella "Fabbrica": tutti meritano un ricordo. I protagonisti dell'imponente costruzione morirono prima che i lavori fossero ultimati: l'architetto Bernascone morì prima di padre Aguggiari che chiuse la sua vita terrena il 4 maggio 1631; il 21 settembre dello stesso anno moriva anche il card. Federico Borromeo. Padre Silvestro da Monza subentrò a padre Aguggiari e continuò la predicazione e la raccolta delle offerte finché visse: la morte lo colse nel 1688. Da quell'anno i cappuccini rinunciarono nelle mani dell'arcivescovo Federico Visconti, all'amministrazione materiale ed alla cura spirituale delle monache, nonostante l'insistenza dell'arcivescovo e delle romite. Il lavoro, l'opera e i sacrifici di padre Aguggiari, fanno parte della storia e sono viva testimonianza del suo fervore spirituale verso la Vergine Maria del Sacro Monte sopra Varese. A loro ricordo nella sacrestia del Santuario furono poste due epigrafi seguenti datate 1866:

AL PADRE GIOVANBATTISTA AGUGGIARI DI MONZA DEL CONVENTO DEI CAPPUCCINI DI VARESE CHE ALLO SPUNTARE DEL SECOLO XVII CONCEPI' PREDICO' PROMOSSE DALL'OBOLO DEI POPOLI DALL'ORO DEI MAGNATI LOMBARDI SORRETTO LA GRANDIOSA IDEA DI SCHIUDERE A QUESTO INSIGNE SANTUARIO L'AMPIA VIA DELLE MULTIFORMI CAPPELLE MAGNIFICO COMPLESSO D'ARTISTICHE BELLEZZE.

ALL'ARCHITETTO GIUSEPPE BERNASCONE DI VARESE CHE SAPIENTEMENTE DELINEO' L'ALTO CONCETTO E INDEFESSO NE DIRESSE L'ATTUAZIONE UN SALUTO DI AMMIRAZIONE E DI RICONOSCENZA IN QUESTI UMILI MONUMENTI TRATTI DAL SILENZIO DI TRE SECOLI CHE RIPRODUCENDO QUELLE NOBILI FISIONOMIE RICORDANO AI POSTERI DUE GRANDI ANIME.

Il convento dei padri Cappuccini fu soppresso, come tutti gli Ordini religiosi, dalla Repubblica Cisalpina. I padri Cappuccini ritornarono a Varese dopo centotrenta anni ed oggi il loro convento sorge in viale Borri sulla strada che da Varese porta a Bizzozero e quindi nella valle dell'Olona.

Il viale

Inizia dopo l'arco della Prima Cappella e termina al Mosè, ai piedi della scalinata sul sagrato di levante del Santuario. Il viale fu ideato dal Bernascone con felice intuizione: seppe, nonostante l'asperità del luogo, dare una prospettiva notevole di percezione dello spazio. Per salvare la visione prospettica lungo tutto il percorso e assicurare un'ampiezza media al viale, progettò la seconda e la sesta Cappella su muraglioni costruiti a valle. Il vialone stesso sostenuto da muraglioni, è selciato ed ha una larghezza compresa tra gli otto ed i sedici metri; si snoda su un percorso di circa due chilometri. I lavori per la posa della "rizzada" furono appaltati a Gaspare Caimi.

Esso sale dolcemente sui fianchi della montagna, a tratti ombreggiato e, a tratti, consente, dai bassi muri, di ammirare ora la valle chiusa del Vellone, ora quella più profonda, ma più ampia, della Rasa. Il percorso del vialone offre, di curva in curva, allo sguardo di spaziare su panorami sfumanti all'orizzonte, tutti di incomparabile bellezza. Si consiglia di raggiungere il Santuario percorrendo il vialone delle Cappelle: la salita è piacevole in ogni stagione ed induce alla meditazione sui misteri del S. Rosario: la salita è di sollievo allo spirito ed al corpo. Il pellegrino qui, a differenza delle sacre rappresentazioni, diventa protagonista ed interpreta i misteri del Rosario.

IL SACRO MONTE DI VARESE NEL TERRITORIO

Un tempo denominato "Monte Orona" e poi di "Vellate", dal 1927 si trova nel territorio del Comune di Varese da cui dista 8 Km. Geograficamente sorge a 880 m. sul livello del mare, sulla parte estrema e rocciosa del massiccio del Campo dei Fiori (m, 1226 s.l.m. ) e del Monte Tre Croci (m. 1100 circa s.l.m.). Gli abitanti del rione sono oggi assai ridotti nel numero (220, censimento 1981); molti vivono ancora sull'afflusso dei visitatori ai quali vendono oggetti-ricordo o assicurano ristorazione. Il paese si raggiunge o attraverso una strada automobilistica con servizio pubblico municipalizzato di corriere, o attraverso il viale delle Cappelle, a piedi. Il paese ha una fisionomia caratteristica: le sue case sono raggruppate le une alle altre, a scala e sono collegate da ripide viuzze selciate, da portichetti e da passaggi a galleria. I versanti del monte, che si affacciano verso le valli della Rasa, del Vellone e del monte S. Francesco, sono ricchi di vegetazione composta di alberi a foglia caduca e di sempreverdi che, nell'alternanza delle stagioni, offrono una visione sempre degna di essere ammirata. Il panorama che si apre alla vista di ognuno è veramente grandioso.

Anche lo scrittore Stendhal, salitvarese6.jpg (27342 byte)o al Sacro Monte nel 1817 scrisse: "Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni". E non aveva torto: dal balcone prealpino lo sguardo spazia a levante sui monti verso il Ceresio, il Comasco e il lecchese; a mezzogiorno verso la pianura lombardo-piemontese nella quale, nelle giornate limpide, si distinguono il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore e nelle limpidissime il Duomo di Milano e quello di S. Gaudenzio di Novara. A ponente si ammirano i laghi della provincia di Varese, il Lago Maggiore e la catena delle Alpi, dal Monviso al Monte Rosa e al Sempione; all'estremo Nord si intravvedono le Alpi Bernesi e il S.Gottardo.

Infine il Sacro Monte offre la possibilità di distensive passeggiate e gite tra le quali si consigliano quella al Ceppo, nella valle e al monte S. Francesco dirimpetto al paese a ponente, alle Pizzelle a settentrione, e da qui verso ponente al monte Tre Croci e al Campo dei Fiori.