genova12.jpg (53569 byte)STRUTTURA ARCHITETTONICA E LETTURA DEGLI SPAZI

Il santuario della Guardia fu progettato in un’epoca in cui l’architettura non seguiva una linea culturale vera e propria: si limitava a far rivivere gli stili del passato, almeno fino alla nascita dell’art nouveau. La chiesa fu perciò pensata in stile «rinascimentale», come basilica a croce latina, la cupola ottagonale al centro del transetto impostata su quattro solidi pilastri, tre navate divise da quattro arcate. In origine aveva tre absidi e in capo alle due minori erano collocati gli altari di San Giuseppe e di San Giovanni Battista. Nel 1960 fu ampliato il coro dietro l’altare maggiore, per sistemarvi i confessionali per gli uomini e le parti principali del nuovo monumentale organo. Le due absidi furono così eliminate egli altari da esse ospitati furono ricomposti lungo il muro perimetrale della chiesa.

La decorazione

Nella decorazione delle volte e della cupola sono illustrati momenti della vita della Madonna e alcune tematiche legate alla devozione mariana, prima fra tutte la profonda integrazione tra la vita religiosa e civile di Genova e il santuario del monte Figogna. Genova compare infatti nello sfondo del grande affresco di Antonio Giuseppe Santagata, come se il santuario fosse il punto focale di osservazione, con gli elementi che caratterizzano la città: l’insenatura del porto, la Lanterna, la cattedrale, il veliero oltre lo sfondo del monte Gazzo, un ponte a diverse arcate in primo piano a rappresentare la Val Polcevera. Il santuario è raffigurato a metà strada, sulla sinistra, perciò sul versante montuoso opposto a quello della giusta collocazione geografica, quasi una sentinella alle porte della città. Il tema della protezione e della riconoscenza della città è ancora presente negli affreschi ai lati del rosone della facciata: a destra l’immagine venerata è conforto per gli ammalati; a sinistra la Vergine riceve l’omaggio della città per mano del suo arcivescovo. Anche il grande affresco della cupola sintetizza lo stretto legame tra la città e il «suo» santuario, a partire dai Santi della Chiesa e della tradizione genovese, dipinti nello spazio superiore, in una specie di «mistica rosa» a far da corona al gruppo della Madonna della Guardia sorretta da un volo di angeli, fino alle scene dell’anello inferiore, che ci riportano sulla terra, dove si susseguono episodi legati alla vicenda secolare del Santuario. Particolarmente significativo appare, in questa vigilia di celebrazioni colombiane, il gruppo sul lato sinistro dell’altare, al centro dell’affresco, che rappresenta Cristoforo Colombo mentre pone a fondamento del suo progetto di navigazione verso il nuovo mondo la protezione della Madonna della Guardia. Si può procedere alla visita percorrendo la navata principale.

L’affresco di Santagatagenova11.jpg (66715 byte)

La volta è stata affrescata da Antonio Giuseppe Santagata tra il 1963 e il 1966 con la grandiosa scena dell’Apparizione al centro e, tutt’attorno, nelle otto vele delle finestre, episodi della vita della Vergine ispirati ai versetti dell’Ave Maria. Nei due punti estremi della volta sono rappresentate: la Visitazione e l’Incoronazione di Maria nella gloria degli angeli. La scena dell’Apparizione è proiettata verso uno sfondo di colline che digradano verso il mare. Quattro angeli, slanciandosi verso l’alto, sorreggono idealmente lo spazio sul quale ha luogo il misterioso evento. Altri gruppi di angeli chiudono a coro la scena dell’Incoronazione della Vergine. Suggerito al pittore dal cardinale Giuseppe Siri, il grandioso affresco della volta centrale, che copre 370 metri di superficie, va letto in una prospettiva simbolica unitaria: l’apparizione a Benedetto Pareto è il fulcro di due momenti fondamentali della vita della Vergine e viene collocato (sono parole dell’autore) «tra la ‘Visitazione’, che è stato il primo gesto compiuto dalla S. Vergine in quanto futura madre di Gesù e ‘l’Incoronazione’, conclusione celeste della Sua Mirabile e Santa vita terrena». Il tutto è come legato e racchiuso tra gli episodi della vita terrena della Madonna, scandita sui versetti dell’Ave Maria.

Gli affreschi del transetto

Gli affreschi del transetto sinistro sono di Giovanni Battista Semino, quelli della cupola, del catino dell’abside e del transetto destro sono di Pasquale Arzuffi. Il Semino lavorò agli affreschi del transetto sinistro a partire dal 1941, raffigurando al centro la Vergine che consola gli infermi tra i due riquadri della Nascita della Vergine e la Visita a Sant’Elisabetta. La fase cruciale della seconda guerra mondiale costrinse il Semino a interrompere il ciclo, che fu ripreso nel 194S dall’Arzuffi, il quale completò il transetto destro con la scena di Maria madre di misericordia tra i riquadri della Presentazione della Madonna al Tempio e dello Sposalizio della Vergine.

La cupola e l’abside

Il grandioso affresco della cupola è come ripartito in due cerchi concentrici. In quello superiore, dipinto a colori luminosi e chiari, è raffigurata l’immagine della Madonna della Guardia sorretta dagli angeli e circondata dai santi della Chiesa genovese: Lorenzo, Giovanni Battista, Caterina, Siro, Rocco, il Padre Santo; nel cerchio inferiore è sviluppato il tema della presenza della Madonna della Guardia nella vita della città di Genova, in particolare nella spedizione di Colombo verso le terre del nuovo mondo (l’artista ha evidentemente accolto la tesi della retrodatazione dell’apparizione a qualche anno prima) e gli episodi salienti della vicenda storica del santuario. Nei pennacchi della cupola sono rappresentati i Santi Bernardo, Giovanni Dagenova10.jpg (57351 byte)masceno, Cirillo ed Efrem: sono i Dottori della Chiesa che più di altri hanno esaltato il mistero dell’incarnazione di Dio nel seno verginale di Maria. Infine l’abside: al centro dell’arco l’Incoronazione della‘ Vergine, nel riquadro centrale del catino l’Immacolata; ai lati l’Annuncio a Maria e Maria ai piedi della Croce. Oltre il transetto, si arriva davanti all’altare maggiore, benedetto dal Cardinal Boetto nel 1940, in occasione del 450º anniversario dell’Apparizione e del cinquantenario del nuovo tempio, dietro il quale s’innalza la grandiosa nicchia in marmo sormontata da angeli e dallo stemma della città di Genova, di Antonio Ricchini, dove è conservata l’immagine della Madonna della Guardia, scolpita da Antonio Canepa nel 1894. Torniamo ora verso il transetto: in capo al braccio sinistro si trova la cappella di Sant’Eusebio: le statue del santo, di San Pantaleo e di San Michele in essa raccolte, provengono da altari del vecchio santuario, così pure la nicchia racchiusa tra quattro colonne tortili di marmo rosso, in origine sopra l’altare maggiore. In capo al braccio destro si aprono le porte di accesso alla sacrestia, dove sono il primitivo altare col bassorilievo dell’apparizione e la prima statua, donata al santuario da Laura Ghersi, e alla cappella invernale. Qui si conservano le due parti divise e reintelate dello stendardo processionale dipinto nel 1895 da G.B. Torriglia. L’immagine della Madonna della Guardia (sopra l’altare) è forse la rappresentazione poeticamente più riuscita dell’apparizione; sul verso dello stendardo (parete di destra) è raffigurata la vigorosa immagine di Sant’Agostino. La visita al santuario può concludersi nel locale degli ex voto. Chi abbia la pazienza di soffermarsi sui più antichi, troverà, al di là delle testimonianze di fede, documenti di costume e di vita di straordinario interesse.