L'icona della Madre di Dio di Počaev, detta "Počaevskaja", è collegata alla lavra di Počaev, situata nell'Ucraina orientale e fondata verso la metà del XIII secolo. Le sue origini si vogliono far risalire al 1198, quando un monaco ed un pastorello avevano avuto in quel luogo un'apparizione della Vergine; ma un dato certo si ha nel 1559, anno in cui il metropolita greco Neofit fece dono di una icona della Madre di Dio alla nobildonna Anna Erofeevna Gojska, la quale la collocò nella cappella del suo castello. L'icona si rivelò presto miracolosa per una luce straordinaria che sprigionava attorno a sé e per una guarigione di un uomo cieco dalla nascita, Filipp Kozinskij, fratello di Anna. Dopo circa 30 anni, la devota proprietaria regalò l'icona al monastero di Počaev, che divenne un centro di pellegrinaggi molto ricercato dalla pietà popolare per i prodigi che vi si registravano. Nel "Libro dei miracoli di Počaev" centinaia sono le testimonianze: nel 1674 un monaco prigioniero dei Turchi si ritrovò sciolto dalle catene e fuori dal carcere, dopo aver invocato fervidamente la Vergine di Počaev; nel 1704 un giovane, caduto in un pozzo, si salvò dalla morte, rivolgendosi in preghiera alla sacra icona; nel secolo XVII, negli attacchi dei Turchi contro il monastero di Počaev, a volte i proiettili dei nemici rimbalzavano e andavano a colpire gli assedianti. I miracoli si verificarono anche quando l'icona, dal 1721 al 1831, passò in proprietà agli Uniati (ortodossi uniti a Roma) e ne furono testimoniati oltre 500. Il fatto sta a dimostrare che la Vergine accorda il suo aiuto a chiunque le si rivolga con fede, sia esso cristiano-cattolico, greco-ortodosso, protestante, ebreo e musulmano. L'icona di Počaev, che, ogni mattina, con il canto del tropario "Porta invalicabile", viene calata lentamente fino ad altezza d'uomo per essere vicina ai monaci e ai pellegrini, rappresenta questo punto luminoso di riferimento verso l'unità degli uomini e delle religioni.