Maria fu sempre presente

Piccole copie delle immagini mariane, secondo la scelta di ciascun fedele, trovavano venerazione nell'angolo sacro" delle case e costituivano la fonte cui attingere forza e coraggio nei momenti duri delle varie epoche della storia. Eresia di Huss, riforme di Lutero e di Giuseppe II, nazismo e comunismo furono prove difficili per la fede. La Vergine fu sempre presente. La storia di alcuni santuari  ne da la piena conferma. 

I più importanti artisti affascinati da Maria

La vitalità del culto si esprime anche nella letteratura e nell'arte. Un codice del 1380 riporta il più antico canto mariano nella lingua popolare: "Maria Matko" (Maria Madre). In "Cithara sanctorum" (1635), opera di Juraj Tranovsky (1592-1637), tra i canti religiosi quelli in onore di Maria hanno una parte preponderante. Ma c'è di più: Maria in Slovacchia affascina perfino i poeti e gli scrittori protestanti, i quali lamentano che nell'"angolo sacro" della casa slovacca il posto riservato un tempo all'immagine di Maria è stato indebitamente occupato da Huss e Lutero. In certe loro elegie esprimono la tristezza di non poter pregare la Vergine per il divieto della loro confessione religiosa. Così Svetozàr HurbanVajanský (1847-1916), il più grande romanziere del secolo scorso, medita su Maria, come sulla bellezza per eccellenza, quella che significa la vittoria sulla carne e l'ideale della purezza.  Hviezdoslav - pseudonimo di Pavol Orszàgh (1849-1921) - con il quale la poesia slovacca raggiunge le sue vette, nei suoi poemi ispirati alla Sacra Scrittura parla spesso della Santa Vergine e in maniera irreprensibile dal punto di vista cattolico.  Emil  B. Lukác (n. 1900) ammira Paul Claudel, cattolico che gli ispira profonde riflessioni sulla maternità di Maria.

L'arte a soggetto mariano, pittorica e scultoria, è sopravvissuta ai diversi vandalismi dei persecutori della fede, agli incendi e alle guerre. A Dravce esistono affreschi anteriori al 1250, che raffigurano scene della vita della Vergine a partire dall'Annunciazione. Nella cattedrale di Spis si ammira dal 1317 una Madonna con il Bambino dipinta al centro di una tavola mentre incorona Carlo Roberto d'Angiò, re d'Ungheria (1288-1342). L'incoronazione di Maria è scolpita, verso la fine del secolo XIV, nel timpano del portale di Spisska Nova Ves. Numerose pale d'altare del secolo XV, che decorano le chiese, hanno al centro la statua della Vergine circondata da santi. Sulle grandi piazze delle città e in quelle modeste dei villaggi, dall'Alto Medioevo al secolo XIX ha dominato la statua dell'Immacolata sopra colonne di pietra e vi domina ancora nelle città di Trencin, Banska Bystrica, Zilina, Presov, Kremnica, Nitra e Banska Stiavnica. 

Papa Giovanni Paolo II a Šaštin

Papa Giovanni Paolo II, il 22 aprile 1990, sorvolò in elicottero per due volte il santuario mentre si spostava da Velehrad a Bratislava e, nella mattina di sabato 1° luglio 1995, celebrò la santa Messa sulla spianata antistante al santuario, alla presenza di oltre 200 mila fedeli giunti da ogni parte della Slovacchia. Nell'omelia il Santo Padre chiese all'Addolorata di Šaštin di continuare premurosamente a vegliare sulla vita spirituale della Slovacchia e con tutta chiarezza definì l'identikit del santuario: 

"Che cosa rappresenta questo santuario, se non il fatto che Maria, Madre degli Slovacchi, abita in questa singolare casa, nella quale tutti i figli e le figlie della vostra nazione si sentono come nella casa materna? Qui Maria, Madre di Cristo, vuole “essere per voi madre”; vuole che siate con lei particolarmente sinceri e semplici. Qui si trova la sua dimora e, grazie al fatto che nella vostra terra slovacca c'è la casa della Madre di Dio, nessuno di voi è senza casa. Ognuno può venire qui e sentirsi come nella casa della Madre".

II santuario di Šaštin, sorto a ricordo della riconciliazione di una coppia di sposi, è molto significativo non solo per la Slovacchia, ma anche per l'Europa intera dei nostri giorni: il matrimonio potrà riuscire felice quando si ha una Madre alla quale poter affidare dolori e speranze.