MADRE DI DIO DI JASNA GORA - Częstochowa

Nostra Signora di Jasna Gòra (Montagna luminosa) presso Czestochowa è il santuario la cui celebrità sorpassa quella di tutti gli altri. Fu fondato nel 1382 dal duca Ladislao di Opole ed affidato ai monaci di S. Paolo I, eremita d'Egitto. L'immagine della Madonna che vi si venera è di origine costantinopolitana, del tipo Odigitria (Colei che indica la strada), e la tradizione vuole che sia stata dipinta da S. Luca su una tavola di proprietà della sacra Famiglia di Nazareth. 

La Vergine, dal volto maestoso, un po' triste e severo, regge sul suo braccio sinistro il Bambino nell'aspetto di bambino, indossa una veste e una mantiglia che copre il capo, di colore blu azzurro, tutte e due cosparse di fiori di giglio e orlate d'oro. Il Bambino, nel suo vestito color carminio decorato di rosette d'oro, benedice con la mano destra e, con la sinistra, tiene un libro. 

I volti di entrambi sono color bruno-nero e le loro teste sono cinte di aureola e di una corona di diademi. Ciò che colpisce soprattutto sono due segni sulla guancia destra della Vergine, che vanno dalla metà del naso fino al collo, mentre un altro segno è trasversale all'altezza della base del naso. Altri piccoli segni sono meno visibili sulla fronte e sul collo. Sono questi tutti sfregi fatti, nel 1430, da predoni, probabilmente d'origine ussita (setta scismatica boema fondata da Giovanni Hus), che saccheggiarono il santuario e spogliarono l'icona dei suoi gioielli. Non essendo riusciti a restaurarla, per ignoranza della tecnica pittorica usata, se ne fece allora una copia con le tavole che sostenevano l'antico dipinto. Ma, in ricordo, si riprodussero sotto forma di cicatrici i tagli inferti dalle spade. Così ferita al viso, la regina di Polonia ben simboleggia questo infelice Paese che ha dovuto tanto soffrire nel corso dei secoli. 

La poetessa polacca Maria Pawlikowska-Jasnorzcewska (1893-1945) in due versi ha riassunto la commovente e dolorosa storia: "O Madonna d'ebano con le cicatrici sul volto , Per noi, o bellissima, tu soffri, odiosamente ferita". Questo sacrilegio perpetrato nei confronti della sacra immagine fece aumentare i pellegrinaggi e consacrò Jasna Gora come santuario nazionale. Nel corso dei 1400 la primitiva chiesetta in legno fu sostituita da una chiesa in muratura di stile gotico; essa rimane tuttora e, come cappella dell'immagine, costituisce il cuore del vasto complesso sacro.  Vi fu aggiunta una grande chiesa con annesso un campanile altissimo.  

Lo splendido monastero e la cinta muraria, costruita a difesa del santuario-castello, risalgono al 1600. Il santuario, essendo anche una fortezza, divenne protagonista di un avvenimento rimasto decisivo per la storia della Polonia e per l'epopea nazionale.   Verso la metà del XVI secolo la Polonia si trovò assediata da ogni parte: Turchi a Sud, Cosacchi ad Est e Svedesi a Nord. 

In un momento così critico chiamato il "diluvio", il santuario di Jasna Gòra divenne la vera salvezza della nazione. Nel dicembre 1655 l'armata svedese attaccò Czestochowa con 3 mila uomini muniti di 19 cannoni, mentre il priore del convento, Agostino Kordecki, era a capo della difesa con 70 monaci anziani e 170 contadini-soldati. 

La lotta infuriò per tre settimane fino a che il generale svedese Muller fu costretto a ritirarsi, dichiarando che l'apparizione di Nostra Signora di Jasna Gòra, dal volto divino e splendente di luce, l'aveva spaventato.

 Quattro mesi più tardi, il 1° aprile 1656, il re Giovanni Casimiro, riconoscente, fece un voto solenne con il quale affidò tutto il suo regno alla protezione della Vergine, che ne divenne la sovrana Regina, e s'impegnò a promuovere e diffondere il culto con ogni mezzo e in ogni dove. 

Dopo la strepitosa vittoria, il santuario di Jasna Gòra fu considerato il "Fortilitium Marianum" (la fortezza mariana) e la "Capitale spirituale della Polonia". Così, nel 1683, dopo essere passato a pregare a Czestochowa, Giovanni III Sobieski andò a liberare Vienna assediata dai Turchi e, al suo ritorno, lasciò nel santuario vari trofei sottratti al nemico. 

Nel settembre 1717, l'immagine fu solennemente incoronata con corona papale alla presenza di ingenti masse di popolo. Verso la fine del 1700, quando la Polonia perse la sua indipendenza, Jasna Gòra divenne per i Polacchi il grande segno della speranza di reintegrazione che si realizzò, nel 1918, dopo la prima guerra mondiale. 

Nel maggio 1920, i Russi tornarono alla conquista, ma per il miracolo sulla Vistola del 15 agosto successivo, attribuito a Nostra Signora di Jasna Gòra, essi furono sconfitti. Durante la lunga dominazione comunista, accompagnata da persecuzione religiosa, da distruzioni di chiese, da uccisioni di preti, Czestochowa restò sempre il punto di forza per la resistenza, raggruppando attorno alla sua fortezza le energie migliori del Paese: l'8 settembre 1946, 700 mila pellegrini; due milioni, il 26 maggio 1956, in occasione del terzo centenario dell'eroica difesa del padre Kordecki; un milione, il 26 agosto dello stesso anno nella festa patronale del santuario. 

Durante la "peregrinano Mariae", cioè la visita dell'immagine della Madonna alle parrocchie e alle famiglie, iniziata il 26 agosto 1957 in preparazione della celebrazione del "Millennio di cristianesimo", fu scelta una copia della Vergine di Czestochowa, benedetta da Pio XII. 

Con l'avvento, nel 1978, di Giovanni Paolo II al soglio pontificio, la Madonna Nera di Jasna Gòra ha conquistato il mondo, essendo stata presentata come "icona della libertà" e "segno dell'unità" dell'Oriente e dell'Occidente cristiani. 

Per la solennità dell'Assunta del 1991, Giovanni Paolo II chiamò i giovani di tutto il mondo, dell'Est e dell'Ovest, all'antico santuario per celebrare la IV giornata mondiale della Gioventù. Nei giorni 14 e 15 agosto, oltre un milione di giovani arrivò a Czestochowa e fra essi circa 120 mila erano dei Paesi dell'Est, in prevalenza dell'Unione Sovietica. Si contarono - fuori dei cattolici - giovani ortodossi, protestanti e greco-cattolici. Questi e altri interventi di papa Wojtyla hanno suscitato un grande risveglio di pellegrinaggi dalla Polonia e da tutto il mondo slavo, soprattutto in occasione della festa dell'Assunzione. 

Già nel secolo XVIII, al tempo degli smembramenti della Polonia, sfavorevoli per i pellegrinaggi provenienti dai Paesi slavi, il poeta romantico Adam Mickiewicz (1798-1885), parlando di Jasna Gòra, scrisse: "Questo luogo celebre, conosciuto da tutti gli slavi come meta di pellegrinaggi, è per essi come la Santa Casa di Loreto". Perciò con il papa polacco, apostolo di Jasna Gòra, il numero dei pellegrinaggi è notevolmente aumentato. Nel 1980, si notarono gruppi di pellegrini che provenivano da più di 80 località della Cecoslovacchia e da 60 località dell'Ungheria. I pellegrinaggi a piedi sono diventati i preferiti dal 30-40% dei pellegrini polacchi. Nel 1981, al tradizionale pellegrinaggio da Varsavia che parte, ogni anno, il 6 agosto e giunge al santuario il 14, coprendo 243 km, parteciparono 80 mila pellegrini, di cui l’ 80% giovani. Nello stesso anno si contarono ben 6 milioni di pellegrini, provenienti da tutte le regioni polacche e da altri Paesi d'Europa. 

Oggi, normalmente, secondo p. Jan Pach, responsabile dei pellegrinaggi giovanili, giungono al santuario circa 4 milioni di pellegrini all'anno, dei quali l'80% è costituito da giovani. Numerosissimi sono gli ex voto, fra cui la fascia della tonaca di Giovanni Paolo II bucata dalla pallottola in piazza S. Pietro, durante l'udienza generale del 13 maggio 1981. 

Nel libro dei miracoli, "Miraculorum B. V. Monasteri! Czestochoviensis", si possono contare ben 1300 prodigi debitamente autenticati tra il 1402 e il 1948. Il culto dell'immagine di Nostra Signora di Czestochowa ha superato i confini della Polonia fin dal secolo XV e ha accompagnato gli emigranti polacchi in vari Paesi del mondo e nella stessa Città del Vaticano.