La
popolazione araba rimpiazzata da siciliani
Fino alla conquista normanna
avvenuta nel 1091, poco sappiamo del culto mariano a Malta,
soprattutto perché
la popolazione cristiana dell'isola, nei due secoli precedenti di dominio
arabo, si era ridotta a poca cosa.
Nella prima metà del secolo XIII, l'imperatore Federico II incominciò a
cacciare dall'isola la popolazione araba e la rimpiazzò con delle famiglie
provenienti soprattutto dalla Sicilia (i cognomi dei maltesi sono quasi tutti
italiani). A quell'epoca risale il
santuario di Mellieha, di cui si hanno notizie a partire dal 1436, ma che fu
costruito molto più anticamente.
S.Paolo: evangelizzatore di
Malta
Malta è l'isola che ha avuto l'onore e il
privilegio di essere stata evangelizzata dall'Apostolo delle genti. Gli Atti
degli Apostoli raccontano infatti che S. Paolo, mentre veniva condotto
prigioniero a Roma su una nave con a bordo altre 269 persone, a causa di una
violenta tempesta approdò sulle coste settentrionali dell'isola. Gli abitanti
accolsero con rara umanità i naufraghi, provvidero a tutti i loro
bisogni e scoprirono in Paolo un uomo prodigioso per essere rimasto incolume
dal morso di una vipera avvintasi alle sue mani e per aver operato diverse
guarigioni a partire dal padre di Publio, capo dell'isola. Durante i tre mesi
della sua permanenza, secondo la tradizione, S. Paolo visse in una grotta nei
pressi dell'odierna Rabat. Annunciando ai generosi indigeni come "Dio
mandò suo Figlio nato da donna", S. Paolo pose le basi di un culto
mariano vitale e cosciente, per cui la Vergine, nel corso dei secoli, restò
sempre a Malta la "tenerissima Madre protettrice".
La devozione mariana
Sotto i vari dominatori che si avvicendarono
su Malta e tutto l'arcipelago dal V secolo fino al 1964, divenuta finalmente
repubblica indipendente, la devozione mariana non ha mai ceduto, anzi, è stato
proprio nei momenti critici che ha preso più vigore. Nel famoso assedio del
1565, durato tre mesi da parte di duecento navi turche, affiancate dalle
milizie del temuto corsaro Dragut, i Maltesi riportarono la vittoria il 7
settembre, vigilia della festa della Natività di Maria. Le loro preghiere e
quelle di tutta la cristianità non erano riuscite vane e per doveroso
ringraziamento da allora i Maltesi celebrarono alla data dell'8 settembre la
festa nazionale unita a quella della Madonna delle Vittorie, alla quale
innalzarono un santuario a Senglea, una delle tre cittadine che furono teatro
del grande assedio. Un anno dopo la vittoria, il 28 marzo 1566, il gran maestro
Jean Parisot de la Valette dell'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni (o di
Malta) pose la prima pietra della città che sarebbe divenuta la nuova
capitale. I lavori durarono oltre due secoli con la partecipazione di tutta la
cristianità interessata a costruire una città-fortezza, posta a difesa
dall'offensiva dei musulmani, e a fare dell'isola una "sentinella avanzata
del cristianesimo tra le regioni del Mediterraneo", come scrisse Pio XI e
ha ripetuto in diverse occasioni Giovanni Paolo II, precisandone la
realizzazione
avvenuta alla scuola di Maria: "Saluto il Popolo di Dio nella sua lunga
storia religiosa, con il suo meraviglioso patrimonio di
devozione a Maria, la
Madre di Dio".
Lo
sviluppo dell’isola
Anche lo sviluppo economico e culturale
dell'isola si verificò a partire dal XIX secolo: si costruì La Valletta, la nuova
capitale, realizzata con l'intervento dei migliori artisti italiani, fra
cui il Caravaggio.
Per circa due secoli dunque il Paese conobbe un periodo di
relativa prosperità e stabilità, nonostante qualche altro sporadico momento di
tensione con i turchi.
Uno stato indipendente dopo due secoli di occupazione
I fermenti sociali e l'indebolirsi dell'Ordine nella
seconda metà del 1700 prepararono il terreno alla conquista napoleonica
dell'arcipelago nel 1798. Per la sua
posizione strategica nel Mediterraneo, Malta suscitava l'interesse anche dei
paesi della coalizione antinapoleonica e nel 1814 finì per passare sotto la
sovranità della Gran Bretagna nel Levante.
Le prime spinte autonomistiche dei maltesi cominciarono a farsi sentire
a fine secolo, ma il Paese, a lungo diviso sulle soluzioni da adottare, divenne
uno stato indipendente del Commonwealth solo nel 1964.