NOSTRA SIGNORA DI ARANZAZU - Aranzazu

Aranzazu, una località della regione basca, a mezza strada tra Bilbao e la Francia, appare nella storia verso il 1469. 

Un giovane pastore, Rodrigo de Balzategui, mentre un sabato custodiva le capre sul monte Alona, a nord di Aranzazu, vide lungo il pendio, sopra un cespuglio di spini, una piccola statua di pietra, alta 36 cm, che rappresentava una Madonna seduta con il Bambino sul ginocchio destro, e accanto una grossa campanella. Sorpreso, il pastore esclamò: "Arantzan zu?", cioè: "Tu, su questi spini?", da cui il nome di Aranzazu dato al luogo della scoperta e alla Madonna. 

Riavutosi dallo stupore, egli si precipitò al paese per raccontarvi la sua avventura, ma trovò i compaesani in devota processione per impetrare la pioggia. Il giovane li invitò a recarsi dalla "piccola Santa" del cespuglio, che avrebbe fatto piovere;  ma sulle prime fu trattato da visionario; poi vi andarono e costruirono una specie di capanna con fronde per la sacra immagine, accesero dei fuochi in suo onore e cantarono inni mariani. La pioggia non si fece attendere e fu così abbondante che meravigliò tutti dopo tanta siccità. 

In ringraziamento tornarono sul luogo per costruirvi un oratorio di pietre a secco, coperto da sterpaglie alla maniera degli ovili. La generosità di una ricca e santa donna, Giovanna d'Arriaran, permise qualche anno dopo la costruzione del santuario e di un monastero, che fu occupato dai frati Minori Francescani nel 1511. 

I pellegrini vi giunsero numerosi anche dalla Francia e, col passare degli anni, si notarono personalità di grande fama mondiale, come S. Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, il re Filippo III di Spagna, il navigatore Elcano, il primo che fece il giro del mondo. Tre incendi e ricostruzioni si succedettero dal 1553 al 1834, ma la pietà mariana popolare non conobbe soste: nelle ore difficili moltitudini di pellegrini salivano al santuario a piedi scalzi, a volte in ginocchio, digiuni per partecipare alle veglie notturne consacrate alle confessioni. 

La Vergine, da parte sua, moltiplicava i suoi miracoli: guarigioni di malati, risurrezioni di morti, tempeste sedate, naufragi scampati, ossessi liberati, conversioni insperate. Il 6 giugno 1886 l'immagine fu incoronata con decreto del Capitolo Vaticano e il 23 gennaio 1918 Nostra Signora di Aranzazu fu proclamata Patrona principale della regione basca. 

Attualmente, con la nuova chiesa del 1950 e le varie costruzioni annesse, il santuario è un grande centro di pellegrinaggio, di religiosità e di cultura: assistenza ai pellegrini soprattutto da maggio a ottobre, casa di esercizi spirituali, seminario per studenti francescani di filosofia e teologia. Nostra Signora di Aranzazu ha chiese, cappelle, altari, arciconfraternite in varie nazioni e città del mondo, come Argentina, Brasile, Uruguay, Cuba, Filippine e perfino nella Cina, nelle quali si usa recitare ogni giorno dai devoti più fervorosi l'antico ufficio della "Benedicta", composto da 3 antifone, 3 salmi, 3 lezioni bibliche, 2 responsori e la Salve Regina.