Il primo fra tutti è il santuario di Nostra Signora degli Eremiti o della Vergine Nera, così chiamata per le  tracce lasciate sull'immagine dal denso fumo di un incendio e dalle candele accese in suo onore. Esso sorge nella graziosa cittadina di Einsiedeln, cuore della Svizzera cattolica, situata su un altopiano a 910 metri d'altezza. La sua storia, avvincente e drammatica insieme, risale all'anacoreta Meinrado, oriundo della Svevia meridionale e monaco di Reichenau, il quale verso l'828 iniziò la sua vita di eremita nel valico di Etzel e nell'835 si inoltrò nella "Selva Oscura" e là si costruì un piccolo romitorio, e, accanto, una cappella, dove collocò una statua della Vergine, avuta in dono dalle sue monache benedettine di Zurigo. Il 21 gennaio dell'861, dopo una vita di digiuno e di preghiera, venne ucciso da due malviventi e l'eremitaggio rimase deserto fino al 910, quando vennero a viverci un canonico di Strasburgo, Benno, e, nel 934, un suo compatriota, Eberhard, che pose la prima pietra di un convento benedettino e riunì in comunità tutti gli altri eremiti dei dintorni. La cappella primitiva di Meinrado fu restaurata e, a partire dal 27 ottobre 947, i documenti imperiali di Ottone I cominciarono a parlare del luogo chiamato "Meginratescella", "dove l'eremita Eberhard aveva costruito una chiesa in onore di Santa Maria e S. Maurizio e degli altri santi di Dio". Dedicata principalmente "alla SS.ma Madre di Dio Maria sempre Vergine", la nuova chiesa veniva consacrata il 14 settembre 948. Da questa data il monastero e la chiesa divennero potenti centri di diffusione del culto mariano. I monaci, come si legge in un documento del 29 gennaio 980 dell'imperatore Ottone II, si dedicavano "die nocteque" (di giorno e di notte) al servizio del Signore e della sua Santa Madre. Celebravano quattro feste mariane: Natività, Purificazione, Annunciazione e Assunzione, nelle quali tenevano incantevoli omelie ai fedeli; recitavano l'ufficio mariano del sabato, seguito dalla Missa de Sancta Maria corrispondente; rivolgevano spesso alla Vergine, in privato e in comunità, ferventi invocazioni di aiuto, come: "Sancta Maria, ora pro nobis; Per Sanctam Genitricem tuam, libera nos Domine; Beatissima Mater et castissima Virgo, Sancta Maria Genitrix Dei ed Domini nostri Jhesu Christi, intercede pro me peccatore; SanctaMaria, succurre miseris... Intercede pro monachorum choro". Nel secolo XIII incominciarono i pellegrinaggi e verso la metà del secolo successivo se ne hanno le prime testimonianze con la costruzione, nel 1337, di un ospizio per l'accoglienza dei pellegrini e con l'assistenza dei monaci che, a partire dal 1356, celebravano ogni giorno una Messa mariana nel monastero e suonavano la campana di Maria all'ora dell'Angelus per invitare i fedeli a recitare l'Ave Maria. I pellegrinaggi raggiunsero l'apice della crescita nel secolo XV, quando i pellegrini accorrevano da tutta l'Europa centrale e occidentale per celebrarvi, il 14 settembre, la festa della consacrazione della Cappella delle Grazie o Cappella di Maria, chiamata tradizionalmente "Consacrazione angelica", risalente al 14 settembre 948. Nel 1466 parteciparono a questa festa oltre 130 mila pellegrini. Alterne vicende del monastero e del santuario, più volte distrutti da saccheggi e da incendi, causarono arresti nell'afflusso di pellegrini, ma le ricostruzioni immediate e l'instancabile attività di fede e di cultura dei monaci assicurarono sempre la ripresa. Durante la Riforma protestante, Einsiedeln rappresentò in Europa un vero baluardo della cattolicità per il suo peso culturale, riscontrabile ancora oggi nel suo archivio con documenti che risalgono al 947, con la biblioteca ricca di 1.300 manoscritti, 1.200 incunaboli antecedenti al 1500, e 140 mila volumi. Nel 1798, le truppe della Rivoluzione francese saccheggiarono il monastero e su ordine del "Direttorio" demolirono la Cappella della Madonna, la cui statua fu posta fortunatamente in salvo da un contadino. Soltanto verso la fine del 1801 rientrarono i monaci nel loro convento e nel 1815-1817 poterono ricostruire con il vecchio materiale e nella forma primitiva la santa Cappella e ricollocarvi la miracolosa immagine della Vergine (sec. XV) col Bambino, che benedice con la mano destra e tiene un piccolo uccello con la sinistra. Dopo nuove tempeste dovute, nel 1830, alle grandi lotte fra i partiti svizzeri, sotto l'abate Enrico Schmid (1846-1874), i tempi ridivennero più tranquilli e i pellegrinaggi incominciarono a rifiorire e ad essere praticati assiduamente anche da alte personalità della Chiesa e della cultura, come Felix Dupanloup (1802-1878), vescovo di Orléans, giornalista e leader dei cattolici liberali, il quale vi si recò ventisei volte. Attualmente il santuario di Nostra Signora degli Eremiti ha un potente richiamo su un'area supernazionale, dalla Germania meridionale all'Alsazia-Lorena, all'Austria, all'Italia, agli Stati Uniti e al Giappone. I Cantoni svizzeri vi vengono a turno per offrire ceri votivi; i giovani sposi per consacrarvi le loro nuove famiglie; i ragazzi per celebrarvi la prima comunione e rinnovarvi la fedeltà alle promesse del loro battesimo; i gruppi ecclesiali e sociali per svolgervi i loro incontri e convegni. Einsiedeln ha anche una particolare attrattiva sul piano liturgico e sacramentale, come, per esempio, il dolce e melanconico canto della Salve Regina  che, eseguito in polifonia dai religiosi, ogni sera all'ora del tramonto, affascina e commuove i pellegrini presenti. Nonostante la continua affluenza di pellegrini e turisti all'interno dell'imponente chiesa barocca, attorno alla santa Cappella delle Grazie regna un  profondo silenzio. È una consolante constatazione: ai piedi della venerata immagine, le anime riescono a scoprire la virtù della solitudine, a dimenticare il tumulto e le passioni della vita e a riconciliarsi con Dio mediante Maria.