SANTUARIO MADONNA DEL SASSO (LOCARNO-ORSELINA) |
![]() «Hic apparuit, 1480»: queste parole, incise nella durezza della pietra, riassumono il fatto e lo tramandano sulla strada degli anni. 1480, la notte che precede la festa dellAssunzione: fra Bartolomeo Piatti di Ivrea, dei Francescani Minori Conventuali (il convento era stato eretto a Locarno duecento anni prima) prega sopra una loggia che guarda verso il monte. La preghiera e il silenzio, nella notte, diventano visione: sulla cima del colle, fra le rocce, appare la Vergine Santissima col Bambino Gesù fra le braccia. «Dio vi perdoni! Mi avete tolto a un indicibile godimento!» dirà ai confratelli che lo richiamano dallestasi alle prime ore dellalba, mentre savviano al coro per il mattutino. Fra Bartolomeo, col consenso dei superiori, ai quali rivela lesperienza vissuta, erige una cappelletta collaltare, dove la Vergine è apparsa; pone sullaltare, scolpito in legno, il simulacro della Madonna col Bambino, come li aveva contemplati in quella notte; inizia la sua vita accanto a questa cappella, in una grotta. La devozione alla «Madonna del Sasso» nasce cosi, con i primi pellegrini, che si fanno col tempo sempre più numerosi. Cinque anni dopo la primitiva cappella deve essere ampliata e monsignore Rolando, ausiliare del vescovo di Como, la benedice. La data della morte di fra Bartolomeo si colloca fra il 1511 e il 1514. Nemmeno l'ampliata cappella è però sufficiente: all'oratorio si aggiungono due navate e nel 1569, neppure un secolo dopo lapparizione, il santuario raggiunge le sue attuali dimensioni. Nel frattempo, nel 1534, è stato costruito accanto il convento: vi risiedono i Frati Conventuali, sostituiti sul finire della prima metà dellottocento, dai Cappuccini. Nel mese di agosto del 1570 vi si reca, quale pellegrino, san Carlo Borromeo. «Tutte le genti verranno a questa casa» dirà, lasciando il santuario. Fu profeta. Il 1° maggio 1616 la nuova chiesa è consacrata dal vescovo di Como, Filippo Archinti e lanno dopo, la sera del 5 maggio 1617, il nunzio apostolico in Svizzera, Ludovico Sarego, vescovo di Adria, incorona la statua della Vergine col Bambino, secondo un gesto ed un rito particolarmente sentiti e frequenti in quegli anni. Il simulacro, per tale cerimonia, è sulla piazza di Locarno, in unatmosfera festosa, di devozione e di gioia. La stessa piazza vivrà lungo i secoli altre simili occasioni, ospitando in momenti di gioia (come per la seconda incoronazione per le mani di Paolo Angelo Ballerini, patriarca di Alessandria, nel 1880, ricorrendo il quarto centenario dellapparizione) o in momenti di sofferenza (come per la funzione riparatrice del 1914, conseguente allo sfregio arrecato alla statua da ignoti penetrati in santuario per rubare, la notte del 2 aprile) il simulacro della Madonna del Sasso. Dal suo santuario allintero Ticino: fu monsignore Angelo Jelmini ad annunciare ufficialmente, nella festa dellImmacolata del 1948, il «pellegrinaggio di Maria» attraverso lintero Cantone. E' lanno della «Vergine pellegrina»: la statua lascia il suo colle il 25 maggio 1949, per raggiungere i paesi, le montagne, le colline, le vallate, le città, i villaggi, le campagne. Ogni parrocchia la accoglie nella preghiera, nella devozione, nel raccoglimento, nella riflessione, nella festa. È un itinerario di gioia e di conversione. Da Chiasso al San Gottardo: ovunque. Unesperienza forte che molti ricordano con commozione. Una pagina importante della nostra storia di Chiesa. Unesperienza rinnovata qualche anno fa, in uno stile diverso secondo i tempi, ma dai contenuti analoghi: ancora una volta accoglienza, preghiera, conversione. Il programma vero di ogni santuario; il contenuto autentico di ogni messaggio mariano. Dal Ticino al Sasso: un pellegrinaggio continuo. Diocesani, parrocchiali, di gruppo, personali. Salire, ritrovando sempre «qualcosa» di nuovo, quando si giunge a questo santuario. È unesperienza così: la stessa maestosità dellambiente, aspro e pure sereno nel suo vasto orizzonte che spazia lontano, quasi linfinito fosse immagine possibile, diviene sentimento religioso e di pace. Luogo privilegiato. Salire nella preghiera, che è soprattutto silenzio, perché il cuore cerca altri messaggi, ritrovando nelle cappelle (pure qui la Via Crucis edificata per la prima volta nel 1817 e a più riprese restaurata è presenza famigliare e quasi prepara allincontro con la preziosa tela ottocentesca del Ciseri in santuario) il luogo della sosta, quale tappa allascesa. Rilevante in santuario la presenza degli «ex voto»: testimonianze di pietà popolare, pagine di vita e di storia vera. Intrisi di fatica, di sofferenza, di speranza «possono essere visti come documenti di un costume di vita, di determinate condizioni di esistenza, nel caso e più precisamente della vita di gente di valle, di campagna e di montagna nel passato del nostro paese: così da ritrovarvi modi di vita e pericoli e fatiche del mondo rustico e valleranno di un tempo: mondo che sta rapidamente dileguando, cancellato dalla imperante civiltà consumistica. Ed era un mondo autentico, di nobile se pur durissima povertà, con una sua scarna bellezza e poesia; una vera civiltà rustica e contadina». Monsignore Bacciarini così ricordava ai seminaristi di Pollegio in pellegrinaggio alla Madonna del Sasso nel giugno 1906, il suo andare in questo santuario negli anni di preparazione al Sacerdozio: «Quante volte venni qui da chierico, giovanotto come voi, ad affidare alla Madonna le mie difficoltà, le mie pene, invocando laiuto, il lume, il conforto, di questa Madre di ogni grazia». E più tardi, Vescovo del Ticino, guidando il pellegrinaggio diocesano del 31 agosto 1919: "... mi sento orgoglioso di poter dire alla Madonna: Qui ho condotto un popolo che a te affida le sorti della sua fede ed i destini dei figli suoi». Il santuario del Sasso prezioso dal profilo artistico e architettonico, suggestivo nella sua posizione, accogliente nella sua prospettiva pastorale e liturgica ha conosciuto in questi ultimi anni un positivo e intelligente restauro. |