STORIA-ARTE

Il Belgio è una terra di confine fra popoli e culture diverse: è formato da due popolazioni con caratteristiche e lingue differenti: i fiamminghi (affini ai tedeschi), e i valloni (di cultura e lingua francese); quello che li ha tenuti assieme lungo i secoli è stato il comune e radicato attaccamento alla fede cattolica, e il piccolo Belgio (grande come il nostro Piemonte) è fra le nazioni che hanno dato alla Chiesa i contributi più significativi. 

Maggio dedicato a Maria

Qualche autore fa risalire il culto mariano del popolo belga alla stessa epoca della conversione dal paganesimo (secoli III e IV).  In particolare è rimasta viva la memoria di san Materno, vescovo di Colonia ed evangelizzatore del Belgio del Sud; la primitiva cappella del celebre santuario di Tongres sarebbe stata fatta erigere, assieme ad altre, dal santo. I missionari, impegnati ad evangelizzare i popoli barbari, tendevano a conservare le feste pagane, trasformandole in feste cristiane, anche se tale operazione non era esente da rischi. La festa di maggio, per poter essere cristianizzata, doveva fare riferimento a una figura che rappresentasse la grazia e la gioia, e questa non poteva essere che la Vergine Maria.  Così le foreste si popolarono di immagini e cappelle mariane, che ebbero il compito di purificare, a mano a mano, il culto di quelle genti dai residui del paganesimo e dalle pratiche superstiziose. Questo antico uso fa sì che moltissimi santuari belgi traggano la loro origine da un'immagine mariana appesa ai tronchi o posta negli incavi degli alberi. I numerosi monasteri, disseminati fin dal VII secolo lungo le vallate della Schelda e della Mosa, diffusero la devozione mariana, come anche i quarantacinque monasteri benedettini fondati entro i confini dell'antico Belgio tra il 625 e il 750. Inoltre, tutte le abbazie cistercensi e premostratensi erano consacrate a Maria e veneravano molte volte una sua immagine particolare. 

Le confraternite mariane Dopo il 1000 iniziò la spettacolare ascesa della società fiamminga, con lo sviluppo di importanti centri commerciali, come Bruges, Gand, Anversa... Anche il culto mariano conobbe un nuovo e grande sviluppo.  Un ruolo importante in ciò fu svolto dai nuovi ordini religiosi; ma il protagonista principale fu soprattutto il popolo. I belgi hanno un gusto spiccatissimo per le associazioni.  Le confraternite (Gilde) sorsero molto presto e divennero un elemento di fondo della religiosità del Paese.  Moltissime erano a carattere mariano, per lo più legate a qualche santuario.  Pare che la più antica fosse quella di Tongres, sorta presso l'omonimo santuario nel 1093. Altre ne sorsero nel secolo seguente e divennero numerosissime nel 1300 e 1400. Fra le tante confraternite due meritano una menzione particolare: quella del Rosario e quella della Beata Vergine dei Sette Dolori, ambedue sorte nelle Fiandre nella seconda metà del 1400.   Nella società belga di quei tempi, e in quella fiamminga in particolare, il tema del ricorso alla protezione della Vergine era quanto mai diffuso, tanto che si può dire che il culto mariano entrò a far parte integrante di tale società.  Le città per mano dei loro magistrati si consacrarono a Maria, ponendosi sotto la sua protezione: Anversa lo fece già nel 1122.  La statua della Vergine venne posta al centro della facciata del palazzo comunale e le città fecero a gara a chi erigeva la chiesa più bella: sono di quell'epoca le tante chiese gotiche del Belgio. In quei secoli i comuni erano spesso in guerra fra loro o con le potenze vicine: la Francia e l'impero tedesco.  In tante di queste lotte sostenute per l'indipendenza si faceva ricorso alla protezione della Vergine: spesso erano le donne che si recavano processionalmente a qualche santuario per chiedere la vittoria dei loro uomini in battaglia.  Nella sola Bruxelles sono due i santuari particolarmente legati ad eventi militari: Nostra Signora della Sabbia e Nostra Signora di Hal.  Quest'ultimo santuario è considerato come una specie di Częstochowa belga, perché la cittadina ha subìto numerosi assedi, senza mai cadere in mano ai nemici: questo fatto viene attribuito alla speciale protezione della Vergine. 

Il Paese delle grandi manifestazioni religiose

La seconda metà del 1500 fu un periodo molto tormentato in Belgio, per via delle lotte contro gli spagnoli e fra protestanti e cattolici.  Bande di fanatici davano l'assalto alle chiese cattoliche, spogliandole degli ex voto e bruciando le statue; spesso però il popolo provvedeva per tempo a nascondere le immagini; tuttavia molte statue antiche andarono perdute, come quella di Montaigu e la preziosa "cassa" di Basse Wavre, dove erano custodite delle reliquie mariane. La pace, almeno in modo relativo, tornò all'inizio del 1600, quando fu sanzionata la spartizione delle antiche Fiandre in due stati confessionali: i protestanti al Nord (Olanda) e i cattolici al Sud (Belgio). La Controriforma e la cultura spagnola ebbero un influsso profondo e duraturo in Belgio, che si caratterizzò per le grandi manifestazioni religiose e per le processioni solenni e sfarzose. In questa trasformazione religiosa e culturale ebbero un ruolo di primissimo piano gli arciduchi Alberto e Isabella, che governarono il Belgio all'inizio del 1600.  Ai tempi degli arciduchi Alberto e Isabella, figlia di Filippo II (1596-1633), la devozione mariana prese un'aria di rivincita e di trionfo contro il protestantesimo imperante, se si pensa alle cappelle che si costruirono, ai pellegrinaggi che si organizzarono, alle confraternite che si fondarono. I due principi erano sempre i primi nelle iniziative di devozione mariana. 

La “Santa Casa” di Loreto

Una cappella identica perfettamente alla "Santa Casa" di Loreto, Isabella fece costruire, nel 1621, presso la chiesa dei Minimi, su un'area d'una casa di peccato acquistata a caro prezzo e con molte difficoltà, come ricorda l'iscrizione appostavi: "Quae fuerunt Veneris, nunc fiunt Virginis aedes". La statua della Vergine qui venerata sarebbe stata ricavata dal legno della quercia leggendaria, proveniente dal bastone che San Guido aveva piantato ad Anderlecht. Nel 1622, in ricordo di un suo pellegrinaggio alla Madonna della Pace di Basse-Wavre, la stessa principessa fece porre sulla facciata della casa reale, di fronte al palazzo comunale di Bruxelles, una statua di Maria con la scritta: "A peste, fame et bello, libera nos, Maria Pacis". Verso la stessa epoca a Lovanio i filosofi formarono la congregazione dell’Immacolata Concezione; i teologi, i maestri e gli studenti, quella dell'Annunciazione; i professori e gli scolari di Diritto e di Medicina, quella della Purificazione. Queste "Scuole di virtù", come le chiamò il papa Gregorio XIII, perseguivano anzitutto la santificazione personale dei loro aderenti e favorivano opere di carità e di apostolato. 

I Gesuiti

Un altro fattore determinante per la promozione del culto mariano popolare fu l'arrivo dei Gesuiti a Lovanio, cacciati dall'Inghilterra protestante. Essi aprirono nuovi santuari e soprattutto moltiplicarono le Congregazioni mariane, dando loro uno sviluppo eccezionale. Nel 1721, se ne contavano circa 200 e tutte maschili. Nella seconda metà del 1700 Giuseppe II, imperatore d'Austria e del Belgio, come in tutti gli altri suoi domini, introdusse anche in Belgio le sue riforme religiose, chiudendo non pochi conventi e monasteri ed eliminando feste tradizionali, processioni e pellegrinaggi. Ma, con la caduta dell'impero napoleonico e la successiva creazione delle varie nazionalità europee, nel 1830 il Belgio divenne anch'esso un regno indipendente. Questo evento favorì una grande rinascita del cattolicesimo e una ripresa del culto mariano, che fu sollecitata da due apparizioni: Nostra Signora del Biancospino a Beauraing e Nostra Signora dei Poveri a Banneux. Nell'inverno fra il 1933 e il 1934 il Belgio fu interessato da due apparizioni mariane avvenute praticamente una di seguito all'altra e tali da suscitare un'eco molto vasta; si tratta di Beauraing (Nostra Signora del biancospino) e di Banneux (Nostra Signora dei poveri).  In ambedue i casi, approvati dalle autorità religiose, i veggenti furono dei bambini; cinque nel primo episodio e uno nel secondo.