L'Austria fu consacrata all'Immacolata dall'imperatore Ferdinando III nel 1647: ancora oggi a Vienna una grande colonna sta a ricordare l'avvenimento.

Il culto dell’Ausiliatrice

Il culto all'Ausiliatrice ebbe il suo culmine nel 1683, anno dell'invasione turca. Durante l'estate, un esercito di ben duecentomila soldati si presentò alle porte di Vienna, per sferrare un attacco di terra a tutta l'Europa, dopo che era fallito (con Lepanto) il tentativo di farlo via mare. L'imperatore Leopoldo, per meglio organizzare la difesa, aveva lasciato per tempo la capitale e si era trasferito a Passau. Ma il vero artefice della vittoria cristiana fu il cappuccino padre Marco d'Aviano, originario del Friuli. Fu lui, a nome del papa Innocenzo XI, a far coalizzare attorno all'esercito imperiale le forze di alcuni principi tedeschi e soprattutto quelle del re polacco Giovanni Sobieski. La vittoria dell'esercito cristiano, che significò la totale disfatta dell'armata turca, venne attribuita alla Vergine, dimostratasi in tale circostanza veramente l’"aiuto dei cristiani". A testimonianza di questa profonda convinzione, stanno i trofei di guerra inviati al santuario di Passau dall'imperatore, e un intero quartiere di Vienna denominato ancora oggi «Hilf».

La Crociata di espiazione del Rosario

Nella drammatica situazione della seconda guerra mondiale (1940-1945) la via di salvezza fu mirabilmente presa da p. Petrus Pavlicek († 1982). Questo francescano, consacrato sacerdote a 40 anni, arrestato dalla Gestapo hitleriana perché renitente al servizio militare, inviato al fronte occidentale e fatto prigioniero, appena liberato, girò in lungo e in largo tutta l'Austria, invitando gli uomini di buona volontà a recitare il Rosario in una crociata di preghiera e di espiazione. La sua tesi era la seguente: "Se è stato possibile intruppare milioni di uomini per una guerra di distruzione, non deve essere difficile organizzarsi per la pace, partendo dall'Austria".La sua "Crociata di espiazione del Rosario" per la pace dell'Austria e del mondo, diffusa anche attraverso un mensile, il "Popolo di Dio in preghiera", impegnava gli associati a recitare ogni giorno almeno una parte del Rosario e fare qualche sacrificio.Quando l'Austria ottenne la pace e l'evacuazione dal suo territorio delle truppe russe, padre Petrus fu riconosciuto come "il liberatore". Il cancelliere Julius Raab, nel settembre 1955, a conclusione di una processione di ringraziamento, dichiarava con tutta franchezza e sincerità all'immensa folla presente: "Ringrazio tutti i cattolici che hanno aderito alla crociata di preghiere per la patria e quanti sono qui raccolti per questa testimonianza di fede e di amore alla nostra nazione: li ringrazio, come cancelliere, di vero cuore, per l'affetto dimostrato, per la loro fedeltà e disponibilità al sacrificio". E, dopo la firma del trattato, confidava: "La preghiera è stata l'arma e la forza dell’Austria" .

Il cardinale König di Vienna era dello stesso avviso: "Molti parlano del trattato di pace con l'Austria come di un miracolo. Io sono persuaso, personalmente, che la grande, sempre crescente schiera di oranti del Rosario ha cooperato, in questo caso, in una forma che non ci è nota ma che noi credenti possiamo ben supporre".

Attualmente la "Crociata" conta oltre un milione e novecentomila persone, sparse in 107 nazioni del mondo, e in Austria vi aderisce circa un decimo della popolazione.In questi ultimi anni la pietà popolare mariana è in continuo sviluppo e se ne ha un'ottima testimonianza nella visita ai santuari.

Il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II a Mariazell

Il 13 settembre 1983, il papa Giovanni Paolo II, dopo aver partecipato alla festosa Assemblea dei Cattolici a Vienna, si prostrò ai piedi della Vergine di Mariazell per invocare il suo aiuto per l'Austria, per l'Europa e per il mondo.

All'Angelus del 15 gennaio 1989, dalla finestra di piazza S. Pietro gremita di pellegrini, lo stesso pontefice ritornò in spirituale pellegrinaggio tra le montagne e le vallate della Stiria in Austria, al santuario di Mariazell... alla Madonna che porta i titoli d'onore della "Magna Mater Austriae" (Grande Madre dell'Austria), della "Mater gentiun Slavorum" (Madre delle genti Slave) e della "Magna Hungarorum Domina" (Grande Signora degli Ungheresi), per rinnovarle la preghiera di consacrazione di tutta l'Austria e dei suoi abitanti.

 

Rainer Maria Rilke (1875-1926) (Tratto da Una Vita di Maria (Marien Leben)

 

PERCHE' GLI ANGELI NON ESPLODONO IN CANTI DI GIOIA QUANDO NASCE MARIA?

 

Con quale sforzo gli angeli non esplodono in canti di gioia come si scoppia in pianto?

Sanno che in questa notte la Madre deve nascere per il Figlio 

la Madre per l'Unico che presto apparirà sulla terra.

Verso la fattoria isolata di Gioachino, essi sono un movimento cullato nel silenzio.

Essi sentono che un evento puro si condensa in loro e nello spazio.

Ma a nessun angelo è permesso di raggiungere il tetto della casa.

Perché già la coppia si agita tanto è fuori di sé.

Venne una vicina con le sue chiacchiere, non seppe che fare.

E il vecchio, a passi felpati, va dalla mucca scura, a soffocare il lamento.

Così, non era ancora mai successo.