Magna Mater Austriae

In Austria il culto della Madonna, detta la "Magna Mater Austriae"', penetrò, come il cristianesimo, per mezzo di soldati, coloni, commercianti dell'Italia del Nord. Leggende locali l'attribuiscono a San Marco o ad altri discepoli di San Pietro. Sant'Ambrogio vi mandò i suoi missionari e dette alla devozione mariana un'impronta tutta particolare, presentando cioè Maria come Madre tenera ed affettuosa per i figli, dura e potentemente armata contro Satana e il male. È accertato storicamente che nei secoli IV e V ebbero vita le sedi vescovili di Celeia e Petovio, di Carnuntum e Tiburnia, i cui vescovi fecero costruire tutta una serie di "rifugi" fortificati sulle alture con chiese parrocchiali dedicate alla Vergine o dove non mancava mai una cappella mariana. Verso il 700 d.C. sia nell'Alta che nella Bassa Austria incominciarono a sorgere per impulso di S. Ruperto e S. Virgilio i primi monasteri, che restarono per due o tre secoli i pionieri del cristianesimo e del culto mariano. All'epoca delle Crociate numerosi eserciti provenienti da ogni parte dell'Europa, quasi tutti con a capo duchi austriaci, passarono sotto le mura di Vienna inneggiando alla Vergine, invitta condottiera, e sventolando vistose bandiere mariane.

La devozione mariana diffusa dagli Ordini religiosi

Dopo il Mille, una vigorosa ondata di devozione mariana fu diffusa dagli Ordini religiosi Benedettini prima, poi dai Cistercensi, Premostratensi, Francescani e Domenicani. Tutti questi monaci portarono l'amore della Santa Vergine alle popolazioni con l'entusiasmo e l'indicibile fervore dei loro fondatori e disseminarono dappertutto chiese, santuari e cappelle mariane. Nell'abbazia benedettina di Lambach, costruita nel 1032 da S. Adalberto, appare tra gli affreschi una Vergine maestosa su un trono, del tipo della Nicopeia bizantina; nella chiesa conventuale di Seckau, nella Stiria, dal XII secolo domina una miracolosa immagine di Maria; a Rein, nella più antica abbazia cistercense di Austria, fatta erigere nel 1129 da Leopoldo I il Forte, margravio di Stiria, sorride la Vergine coronata di spighe, del tipo di Santa Maria delle Grazie di Milano; nella chiesa degli Scozzesi, a Vienna, dal 1158 attrae i fedeli la Madonna in pietra dipinta, portata dai monaci benedettini scozzesi e irlandesi da Ratisbona.

Maria Hilf, Maria l’Aiuto

Ma questo glorioso fervore medievale fu duramente provato durante la Riforma protestante della vicina Germania. Lutero e i suoi seguaci puntavano solo sulla Bibbia e non volevano mediatori per arrivare a Dio, né la Chiesa, né i Santi e ancora meno la Vergine Maria, il cui culto in mille modi cercavano di fare scomparire tra i cristiani. Fortunatamente l'Austria rimase fedele a Roma ed ebbe validi difensori, tra i quali S. Pietro Canisio (1521-1597), che, nel 1557, pubblicò in cinque volumi la preziosa opera "De  Maria Virgine incomparabili" (L'incomparabile Vergine Maria), e con i suoi colleghi gesuiti diffuse largamente in tutto il centro Europa le confraternite e le congregazioni mariane e la pratica del Rosario con le litanie lauretane.Ne derivò di conseguenza che la Controriforma cattolica ebbe un carattere nettamente mariano, che si accentuò durante le grandi guerre contro i Turchi. La Madonna veniva invocata sotto il titolo di "Maria Hilf", "Maria l'Aiuto", ossia l'Ausiliatrice dei cristiani. Nell'estate del 1683, si ritenne un miracolo della Madonna la liberazione di Vienna, assediata da ben 200 mila soldati turchi. Testimonianze eloquenti ne sono i trofei di guerra inviati come ex voto dall'imperatore Leopoldo I al santuario di Passau, città ora appartenente alla Germania, e la festa del nome di Maria, istituita dal papa Innocenzo XI (1675-1689), da celebrarsi in tutta la Chiesa il 12 settembre di ogni anno. Con questa vittoria iniziò il periodo d'oro dell'Austria, o meglio dell'impero austro-ungarico; l'Austria attuale era come il nucleo centrale di un complesso ed eterogeneo insieme di popoli e di stati - di cui fecero parte anche la Lombardia, il Triveneto, e Napoli - tenuti insieme da una saggia amministrazione e da un'avveduta politica. Quasi tutti i santuari mariani assunsero nei primi decenni del 1700 il loro aspetto definitivo. Lo stile barocco, importato dall'Italia, in Austria assunse delle caratteristiche specifiche, come la maggiore spinta ascensionale degli edifici e la decorazione interna particolarmente fantasiosa e alquanto sovraccarica.

Giuseppe II proibisce il culto mariano 

Con l'avvento al trono di Giuseppe II (1741-1790), il cosiddetto "re sacrestano", il culto mariano subì un notevole raffreddamento. Per la sua concezione rigidamente assolutistica, l'imperatore si occupò di tutto, volle riformare tutto, spesso in contrasto con sua madre, l'imperatrice Maria Teresa. Soppresse molti pellegrinaggi, feste, confraternite, proibì la recita del Rosario in pubblico e chiuse diversi santuari e monasteri, allontanandone i religiosi e confiscandone i beni. 

Maria di nuovo col popolo 

Ma, prima della metà dell'800, la situazione ritornò normale grazie allo zelo del redentorista S. Clemente Maria Hofbaner che, con la sua azione fortemente educativa e pastorale, ristabilì il carattere cattolico e mariano del popolo. Nella prima guerra mondiale del 1914-18, il mastodontico impero austroungarico crollò e ne uscì fuori la piccola repubblica di Austria, che, il 13 maggio 1938, fu annessa prima alla Germania nazista di Hitler, poi, dal 1945 al 1955, alla Russia comunista.