9 GIUGNO 2000, COLLEGIATA DI SAN LORENZO: OMELIA DI MONS.

† ALESSANDRO MAGGIOLINI, VESCOVO DI COMO

  

Alle consorelle della Congregazione Figlie della Croce, ai sacerdoti qui presenti, soprattutto a mons. Ambrogio Balatti che si sente particolarmente colpito in questo momento, alle religiose che sono presenti, alla comunità cristiana e alla cittadinanza di Chiavenna. Ieri l’altro il sindaco mi diceva che quando aveva proclamato il lutto cittadino i chiavennaschi l'avevano già deciso per conto loro, tanto erano rimasti colpiti e tanto volevano bene a questa suora.

Davanti alla bara di questa diafana, esile, forte e dolcissima nostra Sorella e Vergine di Cristo, noi credenti siamo quasi costretti a manifestare i pensieri e gli intenti più intimi: quelli che serbiamo nascosti e preferiamo soltanto lasciar intuire.

Quali sentimenti ci ribollono in animo in questa circostanza di morte e di gloria?

Sgomento. Ribellione. Voglia di urlare o di tacere. Orrore di fronte all'enigma della morte che si apre davanti come una voragine dell'immenso nulla. Tutto passato. Un fatto increscioso da consegnare alla cronaca o alla storia. Non rimarrebbe più che un ricordo.

E invece, Suor Maria Laura, Tu ci consoli come una carezza e ci assicuri che vivi presso il Tuo e nostro Signore. Tu, una lieve donna tra coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide con il Sangue dell'Agnello. Tu, approdata all'altra riva del tempo, sei oltre il soffrire e il lamento, e ogni lacrima è asciugata dai tuoi occhi. Sei vivente e concreta più di prima. Attraversi e abiti i nostri poveri giorni con la benedizione della Tua lode al Signore e della fraternità che adesso è ancora più intensa con noi.

Vogliamo giustizia. Quale giustizia? Sarebbe forse legittimo invocare maggiore protezione per chi cammina inerme nelle nostre strade e non ha che l'innocenza da far valere come difesa.

Senz'altro è giusto e sacrosanto ribellarci alla cultura del vuoto di convinzioni trascendenti e di valori morali, dove la vita non conta più nulla e l'assurdo e la cattiveria e la violenza e l'insensatezza sembrano prevalere sulla Bontà e sulla Verità. Forse più di uno in cuor suo ha avvertito un segreto rimprovero a Te, Suor Maria Laura: perché Ti sei esposta al rischio e al pericolo, quando era saggio e prudente startene rintanata nella Tua scuola? Già. Questi sono ragionamenti da utilitaristi. La carità, invece, è paziente, è benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Una cosa è la giustizia e altra cosa è l'amore. Una cosa è la misura e altra cosa è la donazione nella carità. Una cosa è la prudenza e altra cosa è la tenerezza di chi si dona senza riserve. Suor Maria Laura, Ti sei lasciata condurre dalle miserie umane più usuali e prossime fino al paradosso della follia di chi si vuole distruggere e ammazza una Sorella senza motivo: una Sorella a cui deve soltanto un grazie. Ti sei abbandonata, docile, a questa crudeltà sapendo che rischiavi, ma la dilezione portava ben più in là.

 Che cosa ci insegnano la vita e la morte - il passaggio lieve e beneficante e l'orrido cadere sotto i colpi dell'odio - di questa nostra Sorella? Ci suggeriscono che l'attenzione ai poveri non è un mestiere, ma un'affezione. Non ci sarà legge, né contratto, né stipendio, né mansionario che obbligheranno a un appuntamento nella notte dove si pensa ci sia bisogno di una persona che vuol bene. Ma se all'inizio dell'esistenza sta la fede in Cristo che ci ha amati sino alla fine, allora lo spendersi per gli ultimi è totale e perfino un poco ingenuo. Io credo che questa nostra Sorella non avrebbe spinto l’amore fino ad esporsi al pericolo se dentro non avesse avuto un amore profondo, sincero e totale a Cristo.

Chiediamo la giustizia che ci permetta di guardare bene negli occhi chi Ti ha massacrata, per poter, magari a fatica, usare misericordia come volevi Tu.

Suor Maria Laura, nessuno Ti separerà, adesso, dall'amore di Cristo: né la tribolazione, né l'angoscia, né la persecuzione, né la fame, né la nudità, né il pericolo, né la spada, poiché il Signore Gesù, che si collocava alla radice del Tuo agire premuroso, delicato ed eccessivo, ora costituisce il motivo della Tua pienezza di vita. Adesso, né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun altra creatura potrà mai separarti dall'amore di Dio in Cristo Gesù, Tuo e nostro Signore: l'amore che Ti ha spinta fino al sacrificio, Tu, vittima arresa e perdonante.

 E ora, dobbiamo pregare per questa nostra Sorella, o dobbiamo pregare questa nostra Sorella perché interceda per noi, arrancanti in questa valle di lacrime e di tenue speranza?

Suor Maria Laura, vogliamo pensarti beata perché povera, umile, tenerissima, pura di cuore, operatrice di pace, perseguitata per causa della giustizia.

Suor Maria Laura, nello scorrere di un anno e mezzo, sei la seconda credente - con Don Renzo Beretta- che il Signore rapisce a forza e dona alla nostra Diocesi nel nome della carità. Supplica il Signore perché la Chiesa di Como possa vivere nella pace e nella gioia di Dio per testimoniare la Buona Notizia di Cristo morto e risorto, che è venuto e ci attende al nostro morire e al concludersi del tempo.

Grazie, benedetta nostra Sorella Maria Laura. Grazie di ciò che hai fatto e hai detto per i fratelli più bisognosi. Grazie per essere esistita tra noi.

A Dio. Aspettaci. Di Te sentiamo una pungente e soffusa e arcana nostalgia. A Dio, Sorella Maria Laura.