“ IL BENE C’E’, BASTA CENSURE “

(Vittorino Andreoli (psicologo) - da “ Avvenire “ giugno 2001)

 

  ……Questo è un tempo in cui le ideologie sono morte. Il caso che ora richiamerò riporterà al credere in un Dio e non è un caso minore, nascosto, ma per me insigne: quello di suor Maria Laura Mainetti, la suorina che chiamata di notte per aiutare una ragazza che le aveva detto di aspettare un bambino e che aveva bisogno di aiuto, è corsa subito  ma ha trovato tre ragazze che si erano preso gioco di lei e l'hanno ammazzata. Una donna che provava piacere ad aiutare invece che a far del male e sono sicuro che credendo, come lei credeva, sia felice di esser andata anche se inutilmente e per trovare la morte. Per chi sa che c'è una città del cielo anche la morte è meno dura o non lo è affatto.

La voglia di dare è bellissima. Se ognuno di noi sapesse che soddisfazione si prova, capirebbe questa donna e non la considererebbe certo una vittima. lo ne ho grande ammirazione. Per la mia città della terra è solo una donna, ma straordinaria, del resto Cristo è prima di tutto un uomo eccezionale e appartiene a tutti, anche a chi non crede. Sono consapevole che se c'è un'altra dimensione, questi due esempi si colorano di cielo: per alcuni, i credenti veri, una realtà, per altri un sogno, per i non credenti.

 Sono un non credente, ma mi arrabbio di fronte a ogni credente che mi definisca ateo: io non capisco l'ateismo: la convinzione assoluta di non esistenza di un Dio mi appare una negazione caparbia, una intransigenza che ignora l’importanza della esperienza. Per credere occorre l'esperienza di Dio, ma il non averla non significa negarla come possibilità e per principio, semplicemente rilevare che non lo si è incontrato. E’ cosa diversa. Insomma non credo ma non sono affatto ateo. Suor Maria Laura è un esempio di come si possa godere nel fare il bene e mi sembra riduttivo pensarla come una vita negata, fatta di dolore e sofferenza. lo penso che questa suora abbia vissuto bene e abbia provato gioie straordinarie. La gioia di dare agli altri: non importa se tanto o poco. Tra dare e togliere, amare o giustiziare, la differenza è abissale: di mezzo c'è un credo.