CHIAVENNA ritrova coraggio, dignità, unità.

(Sandro Braga, settembre 2000)

 

Proponiamo una seria riflessione sulla realtà attuale e sul futuro della cittadina di Chiavenna, ancora sconvolta dai fatti accaduti lo scorso 6 giugno.

Tre mesi fa, in una notte di follia omicida, suor Maria Laura era sola ad invocare misericordia per quelle nostre ragazze che la stavano uccidendo. Noi non l’abbiamo udita, né poteva essere altrimenti, tanto lontano da noi era, non il luogo, ma il pensiero che tutto ciò potesse accadere.

Poi la cruda realtà, lo smarrimento, i disperati perché, la vergogna (chi non l'ha provata ?) di essere ignobilmente entrati nell'impietoso circuito della cronaca nazionale, i tanti buoni e consolatori propositi...

Poi la vacanza. Oggi più che mai mi sento di non abbandonare questo mio paese, per sempre segnato da una tragedia inimmaginabile Sento di doverlo amare di più, adesso che si è rivelato in tutta la sua

fragilità, adesso che sono cadute le molte illusioni di essere noi, per cultura e per storia, intoccabili e incapaci di sciagure umane di siffatta gravità.

Perché suor Maria Laura non resti nuovamente sola, ora che sappiamo, deve, questo mio paese sventurato, recuperare l'umiltà di non cercare giustificazioni che eludono la sostanza del problema.

Deve, questo mio paese frastornato, recuperare la dignità del silenzio e spegnere qualche chiassosa ribalta di piazza, per non dimenticare. Deve, questo mio paese frantumato, ricomporsi in solidale unità per riallacciare un dialogo educativo responsabile e permanente con le giovani generazioni che gli appartengono e non demandare ad altri questo doveroso compito.

Chiedo al mio paese il coraggio di tenere alta la speranza che una vita donata per amore possa rigenerare le menti e i cuori devastati.